D'altra parte una terapia viene considerata corretta solo quando segue ciecamente le linee rigide dei protocolli ufficiali, elaborati con criteri tanto discutibili quanto solo sperimentali, alieni comunque dal complesso e glorioso intuito clinico che rese giustamente famosi indimenticabili clinici nostrani.
Il rifiuto di accettare rigidi schematismi in terapia medica oncologica deriva soprattutto dalla convinta coscienza della generale ignoranza sulla biologia molecolare dei tumori ed esprime il valido scetticismo circa i dogmatici e radicati concetti di chemioterapia.
Nonostante la quotidiana esperienza negativa, i metodi convenzionali permangono immutati.
I motivi di questo misoneismo, ovattato da minuti perfezionamenti, sono molteplici. Un primo motivo si origina dalla inestinguibile eco che le splendide conquiste della vaccino e sieroterapia, della sulfamido e dell'antibioticoterapia hanno avuto in medicina e che hanno permeato corrispondenti proposte terapeutiche per il cancro. Un altro motivo della persistenza di metodi inefficaci dipende dal fatto che le attrezzature e le mentalità vigenti sono impostate per seguire i vecchi metodi convenzionali, che vengono per ciò stesso ritenuti inevitabili e quali doverosi. Solo pochi sono i pazienti che mostrano autonomia di pensiero e spirito critico, per cui si rivolgono a cure "alternative" malgrado le fosche, minacciose prognosi dei terapisti ufficiali.
In questo clima di suggestione, fiducia, speranza, timori, ha inizio la via crucis dei cicli e sintomi relativi, che hanno l'esito noto, addolcito da cifre statistiche opportunistiche e mai verificate.
TV e stampa qualificano ormai il cancro come "malattia inguaribile", qualifica mal conciliabile con l'ostentazione di tante fauste prognosi.
I pro e i contro dei metodi convenzionali sono stati esaurientemente analizzati nella documentatissima monografia del Congresso Americano (Washington, September 1990), dove si giunge con una fine, acuta ed esauriente analisi a criticare prima, e a respingere infine, i metodi non convenzionali, senza tuttavia proporre altri metodi in sostituzione. Si tratta di uno dei metodi per fare accettare come ineluttabili i metodi in uso, essendo tutti gli altri criticabili e vani, se non dannosi. Le industrie farmaceutiche dominano ormai larga fetta degli scambi e dei capitali mondiali, finanziano, sovvenzionano, eseguono ricerche ad altissimo livello, perché il progresso scientifico può identificarsi entro ampi orizzonti col benessere economico.
Scienza ed economia si condizionano ormai a vicenda anche in campo medico, con ricerche tecnologicamente avanzatissime, ideate e messe a punto dalla genialità di illustri scienziati.
Le spese incontrate saranno presto e largamente ultracompensate per lunghi anni a venire. Se all'invenzione del nuovo prodotto si accompagna il monopolio d'uso, così come affiora la tendenza in campo internazionale, il successo economico sarà allora totale.
La guarigione del cancro rientra entro questi obiettivi. Il cancro è una malattia ricca, perché tutti sono disposti a dare tutto pur di venirne fuori.
L'obiettivo dominate della medicina moderna è la guarigione del cancro, e a questo fine tendono pertanto le ricerche sperimentali delle Case farmaceutiche, ovviamente in chiave economica.
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Fonte: metododibella.org