Il rimedio del cancro
Attualmente un rimedio che guarisca il cancro manca, e probabilmente non ci sarà in futuro, perché non sarà una sostanza, bensì un metodo.
Il mondo della genetica, che ha sconvolto le basi della biologia molecolare, illuminerà inopinatamente la biologia molecolare, ma non ci darà probabilmente il rimedio contro il cancro.
Il cancro si presenta come una nuova forma di vita, diversa da quella dell'ospite per molteplici aspetti ed inconciliabile con l'ospite stesso.
Il mezzo di guarigione difficilmente si originerà in un laboratorio di ricerca; esso deriverà più probabilmente da un lungimirante pragmatismo, prima e indipendentemente che dalla conoscenza del suo meccanismo d'azione. Seguendo quest’ordine d’idee, e senza derogare dai principi etici basilari, le uniche vie per migliorare la qualità e allungare il corso della vita, dovrebbero seguire i seguenti essenziali principi: escludere azioni comunque nocive; esaltare le difese ed il trofismo organico; ridurre la formazione e l'attività dei fattori di crescita.
Alcuni di questi principi proposti e battuti da circa sessant’anni non aspirano a nessuna pretesa di assoluta originalità. Essi si differenziano solo per la natura chimica (retinoidi, tocoferoli, melatonina) e modalità d’applicazione.
Le cliniche ed ospedali si guardano bene dal consentire la continuazione delle cure prescritte, che non siano quelle convenzionali, sempre esaltate dalla psicologia di credersi tanto più importanti quanto peggiore e' la prognosi avanzata.
I rapporti divengono a volte tesi, come nel caso di quel genitore che confidava di avere imposto a quattr'occhi una terapia non convenzionale, prima di dimettere il figlio, ormai sprizzante vitalità da 15 anni.
Quale è il rimedio per curare il cancro?
Quasi sempre invece per sottrarsi alle cure convenzionali occorre firmare il foglio di dimissioni volontarie o non presentarsi più al prossimo ciclo.
Ad una paziente che non si era più presentata venne richiesto telefonicamente se era morta; la paziente si curò sempre a casa, accudendo alle sue normali occupazioni, si è sposata, ha messo al mondo due figlie sane, e continua sana la sua vita.
Un paziente undicenne, trasferito da un Ospedale ad una clinica specializzata pediatrica con diagnosi di linfoma maligno n.H. III stadio, curato col protocollo del Saint Jude Research Hospital per Linfoma maligno n.H. di tipo Burkitt fu dimesso dai genitori appena sopravvennero gravi disturbi neurologici e curato a casa: il paziente ha frequentato le scuole dell'obbligo, partecipato onorevolmente a gare di sci, ha salutato felice la dichiarazione di abilità al Servizio Militare.
Viceversa un adolescente trombocitopenico marchigiano, ormai guarito, sarebbe ritornato volentieri alla sua trombocitopenia per sottrarsi al Servizio Militare.
Un ammalato 34enne, che presentava un infiltrato linfomatoso alla palpebra superiore dx continuo' la terapia ordinatagli e dopo anni fu rivelata la sua morte in ospedale.
C'è un grosso divario fra scienza e realtà, pagato dalla sofferenza e dalla morte del prossimo. Il terrore della diagnosi suscita inestinguibile angoscia e abbattimento, che scompaiono lentamente quando, imboccata la nuova strada, ricrescono i capelli e ritorna la vecchia voglia di vivere.
I criteri seguiti per la cura dei linfomi n.H., che diventano perciò affezioni di modesta entità, valgono anche nelle grandi linee per altre neoplasie: dai tumori della mammella a quelli dei polmoni, da quelli della cavità orofaringea, nasale e paranasale a quelli dell'esofago e dell'apparato gastroenterico, della pelle e del sistema nervoso centrale.
Per i tumori dell'apparato genitale maschile e femminile, per il retinoblastoma, i neuroblastomi il tumore di Wilms, occorre diversificare alcuni mezzi terapeutici.
E' inutile aggiungere che l'insieme delle cure deve adattarsi alle caratteristiche del tumore e alle condizioni del paziente.
Ma che la via giusta da seguire sia quella imboccata lo dimostrano i risultati conseguiti finora, anche se in condizioni difficili, in mezzo ad ostilità di ogni genere.
Ruolo determinante per il buon esito è la tempestività delle cure, come dimostrano i risultati negli stati precancerosi, e preinvasivi.
Non ha importanza rilevante la rapidità di scomparsa di un linfonodo, di un polipo, di un manicotto attorno all'esofago, ecc.; conta maggiormente il ripristino funzionale e la sua stabilizzazione, mentre la scomparsa della manifestazione anatomica si evolve con maggior lentezza.
Nei giudizi prognostici ci sembrano eccezionalmente interessanti le considerazioni di Magrath I.I. (The non-Hodgkin lymphomas, E. Arnold, London, 1990, pgg. 430): “… i nostri attuali concetti sulle entità nosologiche è probabile che cambieranno di molto. …”).
Sono difficilmente conciliabili con la rapidità di evoluzione della tecnologia e della scienza i principi di 50 anni fa della Chemioterapia.
Il National Institute for Science and Technology è passato dalla dotazione di 246 miliardi di dollari nel 1992 a 520 miliardi nel '94, e diventeranno piu' di 3500 miliardi nel 2015.
Il 30 giugno si è riunito alla Casa Bianca il suo consigli per stabilire la futura attività, che sta “nell'intervallo fra Scienza e società, dalla sanità, trasporto, educazione ed ambiente alla sicurezza nazionale e alle tecnologie civili” (J. Mervis: Science, 1994, 265, 182).
Il ministro francese per la difesa F. Leotard ha incluso nel consiglio scientifico della difesa rappresentanti delle Università, di Istituti pubblici e privati di ricerca, per coordinare ricerche civili e militari e per integrare le tecnologie relative con quelle dell'area biologica. (D. Butler: Nature, 1994, 367, n. 6459, pgg. 102).
Si punta verso una collaborazione fra governo e industria in tutte la nazioni fra le quali emergono la Svizzera e il Giappone. La ricerca nelle Università ed Istituti di ricerca può avere fine a se stessa, prepara i nuovi tecnici e conferisce attestati di carriera professionale.
Questi fondamentali miraggi oscurano a volte o annientano l'orientamento pragmatico, come forse avviene oggi nel campo dei tumori.