Tutti i metodi di trattamento medico sono più distruttivi che costruttivi.
La relazione del Signor Fitzgerald attesta che «non si dovrebbe mai incidere un neoplasma a fini diagnostici, poiché non si può dire qual è il momento preciso in cui le cellule cancerose possono propagarsi, ciò che sarebbe disastroso per il paziente. Neppure aspirare il neoplasma per asportare le cellule mediante suzione è raccomandabile, perché, in tal caso, cosa avverrebbe delle cellule cancerose che si trovano al di sopra della puntura ed attorno all’ago?
Bisogna capire che, se il cancro non può essere trapiantato da un individuo a un altro, può invece esserlo da un punto a un altro dello stesso organismo».
Non dobbiamo dare credito alla teoria secondo la quale cellule cancerose del tumore originale si staccano spontaneamente, o accidentalmente, e vengono trasportate dalla linfa in altre parti del corpo, dove si fissano e producono altri tumori (processo detto metastasi). Questa teoria è basata sull’opinione che il cancro è un fenomeno puramente localizzato, anziché l’espressione localizzata di un certo stato generale di tutto l’organismo.
Da tale teoria si desume che due cancri nella stessa persona non rappresentano due manifestazioni derivanti dalla stessa causa, ma sono dovuti a una migrazione di cellule cancerogene da un sito originale verso altri parti del corpo. Non vedo assolutamente alcun motivo intelligibile per cui la causa del cancro non possa produrre una dozzina o un centinaio di cancri nello stesso organismo, senza il bisogno di tali migrazioni immaginarie. I danni delle incisioni e delle aspirazioni (si effettuano incisioni per le biopsie) sono dovuti al fatto che tali interventi chirurgici accelerano ulteriormente la crescita del cancro, irritando il neoplasma; possono anche provocare la trasformazione di un tumore detto benigno in tumore detto maligno.
Riferisce ancora Fitzgerald: «Esiste un’altra relazione, in cui il Dr. Feinblatt, da sei anni patologo al Memorial Hospital di New York, rivela che il Memorjal Hospital aveva cominciato ad applicare il trattamento con raggi X prima e dopo le ablazioni radicali di tumori maligni al seno. Poiché le persone sottoposte a questo trattamento non sopravvivevano a lungo, lo si applicò soltanto dopo le operazioni. Anche in tal caso, le persone operate sopravvissero poco tempo. Quando le radiazioni furono soppresse completamente, i malati sopravvissero più a lungo».
Sosteniamo da molti anni che il trattamento con raggi X e il radio uccide i pazienti molto prima che il cancro abbia raggiunto, in essi, lo stadio finale. Inoltre, anche le operazioni abbreviano la vita dei cancerosi. Le operazioni, i raggi X, le droghe e le medicine sono la causa della maggior parte degli atroci dolori che affliggono i cancerosi. Se vi aggiungiamo anche l’abominevole alimentazione che viene sistematicamente somministrata ai pazienti, abbiamo un quadro completo delle cause di quasi tutte le loro tremende sofferenze.
La relazione di Fitzgerald dice quanto segue, sull’affermazione della Società anticancerosa americana che il radio, i raggi X e l’ablazione sono i soli sistemi riconosciuti nel trattamento del cancro: «Se la risposta globale al problema del cancro è fatta di radio, raggi X o ablazione, o di tutte e tre insieme, si può dire che la perpetua campagna di raccolta di fondi per continuare le ricerche sul cancro, costituisca la più grande mistificazione di cui il pubblico sia mai stato vittima.
Se la risposta a questa terribile malattia non si trova né nel radio, né nei raggi X, né nell’ablazione, quale deve essere il dovere evidente della società? Resteremo inattivi? Possiamo accontentarci di stimare il numero di medici, chirurghi e cancerologi che non soltanto sono discordi tra loro ma, per timore di essere malvisti, si vedono costretti a sostenere l’opinione dell’Associazione dei Medici Americani? Questo comitato dovrebbe effettuare una approfondita indagine sugli sforzi che vengono sistematicamente fatti per ostacolare o impedire la libera circolazione di medicinali, rivelatisi efficaci in molti casi, come è verificabile attraverso consultazione di documentazioni cliniche, rapporti di patologi, radiografie, e sottoponendo a controllo i pazienti guariti».